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ischia |
Ischia fu abitata sin dalla preistoria e conserva scritti sulle sue pietre 4.000 anni di civilt� mediterranea, dall�et� neolitica all'epoca del turismo di massa e della globalizzazione dei mercati. In diverse localit� dell'isola, specialmente nelle parti interne, sono stati ritrovati strumenti di selce e ossidiana del III millennio a.C.. Sulla collina del Castiglione sono stati scoperti frammenti di ceramica micenea, databili tra il XV e XIV a.C. (et� del bronzo) che provano i legami col mondo egeo-anatolico. Intorno al 770 a.C. (et� del ferro) fu fondata Pithekoussai ad opera dei Greci dell'Eubea (Calcidesi ed Eretriesi). Questa colonia segna il pi� antico stanziamento greco d'Occidente, crocevia del mondo antico dell'Et� Geometrica, l'Alba della Magna Grecia. Come ricorda Giorgio Buchner, �attraverso gli Eubei di Pithekoussai, le popolazioni etrusche, latine ed italiche sono venute per la prima volta in contatto con la civilt� ellenica e con i prodotti dell'artigianato artistico orientale... La conquista pi� significativa fu l'apprendimento della scrittura�. Celeberrimi documenti dell'epoca sono la Coppa di Nestore, con i suoi famosi tre versi, che segnano la data di nascita della scrittura alfabetica (725 a.C. ca) ed il Cratere del Naufragio, primo esempio di pittura vascolare nel mondo occidentale. Successivamente i Romani cambiarono il suo nome in Aenaria, vi costruirono le loro ville e valorizzarono le acque termali ed in particolare quelle di Nitrodi, dove sono stati ritrovati diversi bassorilievi, rappresentanti le ninfe di Nitrodi. Dopo il disfacimento dell'Impero Romano, Ischia fu invasa dai vari popoli barbari scesi in Italia. Nel Medioevo, in una lettera inviata dal papa Leone III all'imperatore Carlo Magno nell'813, per la prima volta Ischia viene chiamata con il nome di �Insula� (isola per eccellenza), corrottosi nel tempo in Insla, Isla, Iscla e infine Ischia. Con la fine del ducato di Napoli, l'isola d'Ischia ne segu� le sorti . Pass� sotto il dominio dei Normanni, degli Svevi, degli Angioini e degli Aragonesi. In seguito all'eruzione del Monte Trippodi del 1301, gli abitanti fuggirono in terraferma e dopo quattro anni si raccolsero sull'isolotto del Castello. Dopo un periodo di oscurantismo, nel Settecento l'isola d'Ischia riacquist� importanza con la nuova dinastia dei Borboni. Carlo III attu� una politica di risanamento sociale, sia abolendo il regime feudale dei d'Avalos e sia emanando editti contro i briganti sparsi tra i monti dell'isola. Con la prima riforma, l'isola d'Ischia pass� direttamente al Regio Demanio e venne amministrata da governatori di nomina reale, che risiedevano sul Castello. Nel Marzo 1799, all'epoca della Repubblica Partenopea, gli intellettuali ischitani, principalmente sacerdoti di cultura illuministica, parteciparono attivamente al movimento giacobino. Ma le speranze dei patrioti vennero soffocate in un bagno di sangue. Tra i martiri impiccati va ricordata la figura di Francesco Buonocore, nipote del protomedico Buonocore, che aveva ricevuto dal comandante Championnet l'investitura dell'isola. Sotto il dominio di Gioacchino Murat, i Francesi occuparono l'isola e resistettero tra le mura del Castello Aragonese agli attacchi della flotta anglo-borbonica. A Ferdinando II di Borbone, invece, si devono la costruzione del porto (che fino ad allora era un lago), inaugurato solennemente il 17 Settembre 1854; l'edificazione della chiesa di Portosalvo, la realizzazione della strada �Borbonica�, che ancora oggi unisce i vari centri isolani interni. Con l'Unit� d'Italia, lo sfruttamento intensivo delle acque termali svilupp� un turismo di �lite sull'isola, che si concentr� principalmente a Casamicciola, sede di importanti stabilimenti balneo-termali, tra cui il Pio Monte della Misericordia. Bisogna infine ricordare la fondamentale opera di valorizzazione turistica, realizzata negli Anni '50 e '60 dal Comm. Angelo Rizzoli con la costruzione del complesso alberghiero-termale della �Regina Isabella� e dell'ospedale �Anna Rizzoli� a Lacco Ameno. La speranza ed insieme l'augurio � di riuscire a progettare il futuro, sulla base di questa ricchissima memoria storica, viva e palpitante nel presente ischitano. |
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